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“Sciot e Vnot”, uno dei più bei percorsi running al mondo!

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Scio t& Vnot 2019

Sciot e Vnot 2023

La Sciot&Vnot è una corsa (o passeggiata) tra i comuni di Martina Franca e Locorotondo, una andata e ritorno (“sciot e vnot“, in dialetto) lungo le strade di campagna costellate di trulli e masserie. Il percorso, gradevole e pittoresco, si sviluppa su un tracciato di 10 miglia (16 km) e un dislivello totale di 270m passando per Masseria Grofoleo e Masseria Aprile. I camminatori, a differenza di chi corre, percorrono 3 km in meno.

Sciot e Vnot 2022: annullata

Sciot e Vnot 2021: edizione virtuale

L’obiettivo era quello di percorrere almeno un miglio per la SCIOT + almeno un altro per la VNOT nella settimana da Sabato 6 a Domenica 14 febbraio 2021. La corsa ideale consiste nel raggiungere un comune vicino o lontano diverso dal proprio per poi, fare ritorno nel punto di partenza correndo se ci sono le condizioni, su strade diverse. L’evento del 2021 ha voluto unire virtualmente il cuore dei podisti per sostenere l’AIRC, la fondazione di Veronesi per la ricerca sul cancro.

Sciot e Vnot 2020, IV edizione

New York? Boston? Firenze? …. macchè: Valle d’Itria !!!

16.02.2020 Si è conclusa la IV edizione della Sciot & Vnot, contraddistinta anche quest’anno da un’organizzazione esemplare. La gara dedicata ai tesserati Fidal e non tesserati parte dallo Stradone, ovvero dalla centralissima piazza XX Settembre di Martina Franca. Si percorrono 10 miglia, poco più di 16 km nella stupenda Valle d’Itria fino a inerpicarsi nel centro di Locorotondo per poi fare ritorno a Martina.

2552 iscritti di cui circa 1750 tesserati Fidal.

Classifica maschile: Vincitore Francesco Minerva, della società Montedoro Noci con il tempo di 56’41”. Secondo Gianluca Tundo 56’23″, terzo Emanuele Cotroneo, 56’29″.

Classifica femminile: Prima Elena Conte con il tempo di 1h10’46”, seconda Cristina Galeone 1h15’55”, terza classificata Valeria Cirielli 1h16’38”.

Sciot e Vnot 2019, III edizione

Nell’edizione del 2019 la Valle d’Itria è riuscita a dare il meglio di sè grazie ad una temperatura semi-primaverile: i quasi 2000 partecipanti tra runners e camminatori domenica 17 febbraio sono partiti con l’arietta frizzantina della prima mattina.

Il percorso

Dopo il breve tratto urbano in discesa si percorre la strada secondaria che da Martina porta a Locorotondo e, dopo aver attraversato il passaggio a livello delle Ferrovie dalle Sud-Est, ci si addentra nella campagna della Valle d’Itria.

Scio t& Vnot 2019

Qui i colori, i profumi sono più intensi e l’energia e la voglia di continuare a correre si avverte maggiormente. Ancora un paio di chilometri e ri-appare una Locorotondo bellissima, con la sua facciata che vista dal basso sembra irraggiungibile se non con immenso sforzo e una buona dose di concentrazione necessaria per superare un tratto in salita molto impegnativo.

Locorotondo

La galleria fotografica a seguire mostra appunto l’impegno profuso dai partecipanti nel superare il tratto in notevole pendenza.

[unitegallery Sciotevnot]

In cima alla salita ci pensa Franco Speciale e la sua rock band a trasmettere una carica di energia per riprendere fiato. Si attraversa l’arco di ingresso al centro storico di Locorotondo per percorre il breve tratto urbano incitati da passanti, curiosi e sostenitori e poi giù per la discesa che riporta nel bellissimo sentiero di campagna, sulla strada del ritorno in direzione Martina .

Dopo un tratto di ripida discesa si lascia per qualche centinaio di metri il percorso su asfalto per attraversare la bellissima Masseria Aprile dove, nell’aia si esibisce, nei costumi tradizionali, un gruppo di danze popolari accompagnato dalla fisarmonica.

Subito dopo un punto ristoro con tanto di tè caldo. Si riprendere a correre in direzione Martina che appare ancora lontana.

Comincia il conto alla rovescia:-4, -3, -2 kilometri! A poco meno di un kilometro, prima di arrivare alla Chiesa dei Cappuccini, si devia a destra su un piccolo sterrato. E’ il momento per prendere fiato e ora ce ne vuole tanto perchè l’ultimo tratto è in salita ripida, così tanto che la famosa scalinata del Philadelphia Museum, su cui corse Rocky Balboa è nulla in confronto !

Si entra nel centro storico di Martina Franca passando sotto l’Arco del Carmine. gli ultimi metri e poi finalmente si raggiunge l’arrivo in Piazza Maria Immacolata. Camminatori, runners, amatori, squadre di podisiti uno dopo l’altro tagliano il traguardo. Incredibilmente oggi hanno vinto tutti! Hanno vinto tutti i partecipanti, ha vinto il pubblico, la Valle d’Itria, Martina Franca e Locorotondo in una festa all’insegna del benessere e dello stare assieme. Ed hanno vinto anche gli organizzatori a cui va un plauso per la capacità di organizzazione dimostrata.

Locorotondo: l’autentica atmosfera del Natale

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Il Natale a Locorotondo, 2022

Il bianco paesino di Locorotondo arroccato sulla collinetta, nel periodo di Natale, si trasforma in un borgo fiabesco, ravvivato da migliaia di lucine colorate e ghirlande festose, pronto ad accogliere affettuosamente oltre a Babbo Natale anche le migliaia di visitatori che ogni anno sono attratti dal suo festoso ed irresistibile richiamo.

Il video di Antonio Marangi, detto Nino

Il programma 2022, la Favola del Natale

Il programma completo del Natale 2022 a Locorotondo si può sfogliare cliccando su questo link interattivo : https://heyzine.com/flip-book/41532b85a8.html?fbclid=IwAR3H4FADAt_Mu7NsMKZZIzG2OIpx5UkP5RIKs4rVb1bm_bsGETGJSHsLwkk#page/1

Invitiamo i lettori di quivalleditria.it a postare le vostre foto del Natale a Locorotondo e nei borghi della Valle d’Itria nel gruppo facebook Sei della Valle d’Itria se …….. ami la terra dei Trulli oppure taggateci @quivalleditria #quivalleditria anche su instagram. grazie

Le foto postate da Patrizia
Il Presepe di Locorotondo in piazza Roma (di fronte al Comune)

Gli addobbi di Natale a Locorotondo, 2021

Come ogni anno è giunto per Babbo Natale il momento più impegnativo; e proprio in questi giorni, chiuso nel suo ufficio, sta ultimando di leggere le ultime letterine arrivate al suo indirizzo di Rovaniemi ed è tutto impegnato a confezionare i regali per i bambini; tra qualche giorno sarà pronto ad affrontare il faticoso giro del mondo per distribuire i doni in tutti gli angoli del pianeta.

Babbo Natale, si sà, ama farsi fotografare e soffermarsi in compagnia, soprattutto dei più piccini, e così si è messo a cercare nel web i paesi del mondo con gli addobbi più incantevoli. E così, clicca clicca, ha scoperto che esiste un paesino molto lontano dal Polo Nord, bianco e tondo, tutto addobbato a festa che risplende di magia e bellezza: è Locorotondo ! E’ qui che l’arzillo vecchietto ama fare tappa per sgranchirsi le gambe e far riposare le renne prima di riprendere il viaggio; ed è ormai consuetudine per Babbo Natale immergersi in quella calda atmosfera di festa che riscalda i cuori di grandi e piccini.

foto di Patrizia – dal gruppo Sei della Valle d’Itria se ami la terra dei trulli

Gli allestimenti natalizi del 2021 sono stati realizzati grazie alla collaborazione tra l’amministrazione comunale e i commercianti. Le lucine colorate e i decori natalizi arricchiscono di una atmosfera magica e gioiosa i vicoli del borgo antico già di per se belli ed affascinanti anche in inverno: le luminarie resteranno accese fino al 17 gennaio 2022.

Gli addobbi di Natale a Locorotondo, 2020

foto di Paolo Colucci – dal gruppo Sei della Valle d’Itria se ami la terra dei trulli

Foto di Pino Giannoccari

Foto e video del Natale a Locortondo, 2019

foto di Margherita Curri

Il simpatico vociare, l’entusiasmo con cui la gente si incontra in quei vicoli così pregni di autentica atmosfera natalizia gli hanno fatto venir voglia di fare tappa proprio lì, in quel bel paesino della Puglia dall’atmosfera magica, capace di scaldare i giorni più freddi dell’anno.

Locorotondo: i fuochi di San Rocco

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fuochi di san rocco locorotondo
Fuochi di San Rocco Locorotondo 2019

I fuochi di San Rocco: Locorotondo 16 Agosto

A Locorotondo, l’attesissimo spettacolo dei fuochi di San Rocco, come ogni anno, comincerà allo scoccare della mezzanotte del 16 di agosto. Si tratta di una gara tra fuochisti che cattura centinaia di migliaia di spettatori radunati ai piedi del paese di Locorotondo e tutt’intorno nella Valle d’Itria per svariati  chilometri. Sono in tanti ad organizzarsi con tanto di sedie e tavolini senza che manchi un pò di musica e qualcosina da sgranocchiare e da bere per poter godere appieno dello spettacolo pirotecnico: uno spettacolo nello spettacolo.

Il culto di san Rocco si diffuse in Valle d’Itria  nel XVII secolo affinchè proteggesse gli abitanti delle città e del contado da un’epidemia di peste.

fuochi di san rocco locorotondo 2019
Fuochi di San Rocco Locorotondo 2019

San Rocco: un capolavoro riscoperto

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autore: Piero Marinò

Strane vicende si intrecciano, a volte, intorno alle opere d’arte. I manuali e le edizioni artistiche ci permettono di avvicinarci alle storie di quadri, sculture, opere architettoniche. Quanta Bellezza ci é stata regalata da pittori e scultori, artisti, orefici, ebanisti!! Tante sono le opere, custodite nei musei, nelle chiese, che tutto il mondo ci invidia. Ma quante sono le opere trafugate, scomparse, vendute a ignoti collezionisti? Chissà se qualche studioso, un giorno, penserà di scrivere una storia dell’Arte sparita e tratterà delle opere andate perse!! Martina potrebbe contribuire in maniera consistente a questa storia: dalla chiesa di Santa Maria d’Idria, secondo quanto afferma lo studioso Giovanni Liuzzi (a pag. 320 del suo testo dedicato a questa chiesa) sono “scomparse” numerose tele. Per la gioia dei rigattieri sono finiti sul mercato preziosi lampadari, statue in legno, candelieri, altari portatili in legno, sculture e, soprattutto, arredi sacri (ma non troppo!) in oro, argento, bronzo, icone, calici, incensieri, lampade, candelabri, crocifissi, balaustre, campanelli. Un patrimonio dal valore incommensurabile, come quello che esisteva nell’antica chiesa di San Martino, e oggi svanito. Poi c’è anche chi, come il mio amico Gianfranco Mai, ha trovato, tra cumuli di rifiuti, a Milano, una tela di Francesco Hayez, e chi, a Martina ha recuperato, da un cassonetto di spazzatura, una tela del pittore Giuseppe Di Giuseppe. Accade anche questo quando certi individui, certe collettività, non conoscono il valore di quel che è stato loro affidato.

Oggi mi occupo, per fortuna, di un’opera d’arte, la statua di San Rocco, esposta nella chiesa di San Paolo, miracolosamente scampata al macero (foto 1). Sulle tracce di questa scultura mi avviò un carissimo collega, l’architetto Pasquale Montanaro, che mi segnalò l’esistenza di quest’opera. Come al solito ho pensato subito di documentarmi facendo, prima di tutto, delle fotografie alla statua. Ma…da cosa nasce cosa….: lo studio della pubblicazione “Stefano da Putignano” di Clara Gelao, mi ha fatto pensare alla statua di San Rocco e destato qualche curiosità: come e quando è pervenuta questa opera in una chiesa di campagna? Chi ne è l’autore? Per trovare risposta alla prima domanda mi sono rivolto al parroco della chiesa di San Paolo, don Vito Magno, il quale mi ha riferito che la statua era proprietà di Maria Idria Scatigna e Angelo Marangi i quali la donarono alla chiesa. D’accordo…..ma dove si trovava in precedenza questa scultura?

Don Vito mi ha messo in contatto con un giovane, arzillo ottantasettenne, Francesco Abbracciavento, il quale ricorda benissimo dove si trovava il San Rocco. Senza frapporre indugi sono andato a San Paolo e, grazie a Ciccillo Abbracciavento, ho rintracciato, in contrada Franzullo, il trullo nel quale era situata la statua. La proprietaria, Genoveffa Lamarra, nuora di Angelo Marangi mi ha aiutato a ricostruire la storia di questo capolavoro: suo suocero, Angelo Marangi, venuto un giorno a Martina, nel gennaio del 1907, vide un tale che si stava sbarazzando di alcune “anticaglie”, roba “vecchia” da buttare via. Tra questi “rifiuti” si trovava la statua e Marangi chiese di poterla salvare portandola a casa sua, nel trullo. Fu accontentato, senza problemi. Ma, a questo punto, è lecito chiedersi: da dove proveniva quella scultura? Da un altare in una casa privata? Da qualche chiesa abbattuta? Non credo che potremo trovare una risposta a queste domande.

Il San Rocco fu portato in campagna, ma Genoveffa, che viveva con suo marito nei trulli del suocero Angelo Marangi, in attesa di un figlio, provava una strana sensazione di paura ogni volta che entrava nel trullo in cui era sistemata la statua, ragion per cui Angelo Marangi pensò di donare la scultura di San Rocco, alla chiesa di San Paolo. E così fece. Era il 1956. Questa, in breve la storia di un’opera recuperata casualmente e di cui si ignorava, sino a ieri, il valore. Ma chi ne è l’autore? Facendo alcuni raffronti con le opere di Stefano da Putignano (il quale replicò più volte questo soggetto: presso il Santuario di San Rocco a Ceglie, (foto 2), e presso la chiesa collegiata di San Pietro a Putignano, (foto 3) si può ipotizzare che la scultura presente a San Paolo, se non è opera del grande scultore cinquecentesco pugliese, proviene dalla bottega di un suo allievo.

Stefano da Putignano (1470 – 1538) ha lasciato numerose e pregevoli opere in tante chiese della Puglia. A Martina vi sono sculture con il suo nome in case private e nella chiesa di Sant’Antonio (due statue), nella chiesa di San Martino (la statua del Santo Patrono nell’Altare Maggiore, il presepe). Il valore di questa statua viene ora alla luce e restituito in tutta la sua Bellezza alla comunità, che se ne deve fare carico e tutelarla come si conviene.

L’estate al parco Archeologico di Ostuni

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Il parco archeologico di Santa Maria D’Agnano si estende su un’area di tredici ettari a circa 2 km dal comune di Ostuni. Istituito nel 1991 il parco è diventato famoso per il ritrovamento dei resti di una donna incinta appartenenti al periodo Pleistocenico. La donna è stata ritrovata nella Caverna di Sanata Maria d’Agnano ed è stata oggetto di studi e ricerche condotte dal prof. Donato Coppola a partire dal 1991. Gli studi hanno confermato che la gestante di Ostuni visse fino a circa 20 anni in un periodo databile tra il 26.461 e il 26.115 a.C.

Quella caverna fu abitata da un gruppo di cacciatori che la utilizzarano come riparo naturale e dimora. La posizione della grotta, ubicata sul versante della collina che digrada verso il mare, gli consentiva di controllare più facilmente le migrazioni degli animali di cui si nutrivano, prevalentemente cavalli e buoi selvatici.

La visita guidata al Parco Archeologico di Ostuni ci riporta incredibilmente indietro all’epoca in cui gli uomini vestivano di pelli animali e abitavano le carverne riscaldate dal fuoco. Risalendo la montagna sì raggiunge quella gotta che una decina di uomini e donne avvevano scelto come loro dimora. In quell’epoca preistorica tutto intorno crescevano spontanee conifere di alto fusto (gli ulivi verranno piantati in un’era molto più recente) e la cacciagione assieme alla raccolta di bacche era unica forma di sostentamento di quelle piccole comunità di uomini primitivi.

La visita alla caverna è mozzafiato: si scorge la ricostruzione dello scheletro della donna incinta, Delia, la madre più antica del mondo, di appena 20 anni, alta, possente e  con una  dentatura perfetta. Il capo della defunta era stato addobbato con una cuffia di conchiglie; bracciali di conchiglie sono stati ritrovati ai polsi, sepolta con gli onori destinati ad una dea per propiziare prosperità alla piccola comunità a cui apparteneva.

All’interno della cavità c’è anche un bellissimo affresco di epoca molto più recente raffigurante la Vergine Maria a testimoniare che quella grotta è sempre stata frequentata ed abitata dall’uomo per diversi millenni fino all’epoca più recente.

L’antiteatro del Parco Archeologico di Ostuni

Tra gli alberi di ulivo del parco e i grandi spazi in cui crescono spontanee erbee aromatiche e profumati cespugli di macchia mediterranea c’è un suggestivo anfiteatro di pietra che guarda verso il mare.

Teatro Madre, il Festival del teatro al Parco Archeologico di Ostuni

Dal 2018 questa parte questa stupenda location ospita il programma estivo di TEATRO MADRE, un festival di teatro, musica, new circo, clownerie, performance, dj-set ed eventi per bambini, diretto da Enrico Messina e Daria Paoletta di Armamaxa/PagineBiancheTeatro.

Terminato l’affascinante viaggio nel tempo nelle caverne preistoriche si scende dalla collina per prendere posto sulle sedute dell’Anfiteatro mentre i bambini preferiscono sedersi nello spazio a loro dedicato proprio proprio sotto il palco. Così come nel 2018 fu un grande successo lo spettacolo per famiglie Cappuccetto Rosso, nell’estate 2022 ha ottenuto grande riscontro il Pinocchio interpretato della Compagnia Burambò con Daria Paoletta e Raffaele Scarimboli.

Elvira di Gennaro, l’artista fasanese appassionata di trulli e paesaggi agresti

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Elvira di Gennaro classe 1955, cresce a Fasano e sin da bambina respira l’aria dell’estro artistico avendo la possibilità di condividere la sua infanzia con le zie pittrici. In particolare con sua zia Vincenzina di Gennaro, nota per i suoi dipinti raffiguranti fiori e per questo conosciuta nel territorio fasanese come la signora dei fiori, famosa anche per la realizzazione di eleganti ventagli e di carri di carnevale in miniatura costruiti completamente da lei con studio certosino.

Sin da bambina, Elvira si appassiona alla pittura tanto che decide di frequentare la scuola d’arte di Monopoli. Si sposa giovanissima, a soli 17 anni convola a nozze con Mario Galeota, amatissimo medico, da cui avrà due splendidi figli: Giuseppe e Anna. Mamma amorevole a tempo pieno, non trascura quel suo estro e quella sua creatività, tanto che realizza per i suoi bambini simpatiche bambole utilizzando sua figlia Anna come musa ispiratrice. Le sue bamboline vengono notate nel circondario tanto che un piccolo imprenditore gliele commissiona per rivenderle come souvenir nel suo negozio di Alberobello. Col tempo quella sua passione si trasforma in una vera e propria attività: nel corso degli anni lavora piccole aziende della Valle d’Itria.

Elvira è una artista a tutto tondo, oltre alle bambole le vengono commissionati quadri, ritratti, paesaggi, lavorazioni su vetro e sculture in argilla. Tantissimi suoi lavori riguardano la raffigurazione di trulli e del tipico paesaggio agreste della Valle d’Itria. Realizza anche graziose miniature di trulli in argilla e riproduzioni in miniatura di luoghi di interesse turistico del nostro territorio, i classici souvenir. E’ un vero peccato che delle innumerevoli realizzazioni Elvira non abbia conservato quasi nulla.

Oggi Elvira non ha ancora smesso di coltivare quella sua grande passione: creatività, estro e intuizione sono i pilastri forti nella sua vita! Le ultime creazioni di Elvira sono gli originalissimi dipinti realizzati sulle sedute in paglia della sedie. Anzichè buttarle via Elvira è riuscita a trasformarle in originalissimi quadri, che grazie alla particolarità della superficie su cui sono stati dipinti gli conferiscono un bellissimo effetto tridimensionale. Piccole opere d’arte che diventano ancora più preziose perche’ realizzate su oggetti che sarebbero stati alienati e che invece grazie all’estro artistico diventano dei preziosi elementi di arredo.

per contattare Elvira di Gennaro: cell. 347 506 9545

Alcune realizzazioni di Elvira di Gennaro

Le bambole di Elvira

Percorsi in bicicletta in Valle d’Itria e dintorni

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Ciclovia dell'Acquedotto
Ciclovia dell'Acquedotto

Sono tantissimi i sentieri della Valle d’Itria percorribili in bicicletta, un toccasana per il fisico ma anche per la mente: le stradine di campagna e i tratturi offrono distese incontaminate di bellezza dai colori cangianti. Verso il mare i sentieri pianeggianti meno impegnativi consentono di esplorare spiagge e calette irraggiungibili diversamente.

LA CICLOVIA DELL’ACQUEDOTTO

La pista ciclabile per eccellenza è quella dell’ Acquedotto Pugliese, che percorre la Valle d’Itria da Alberobello fino a Ceglie Messapica e oltre, una delle ciclovie più lunghe d’Italia. Immersa nel verde, accoglie ciclisti, runners e camminatori che possono usufruire di 230 km di percorso ciclabile lontani dal traffico. Circa 30km attraversano il tipico paesaggio disseminato di trulli e masserie della Valle d’Itria intersecato da una fitta rete di tratturelli.

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Partendo da Alberobello, si percorrono alcuni ponti in pietra tra cui il noto Ponte di Cecca, che affacciandosi sul Canale di Pirro regala alla vista un dipinto di vigneti e pascoli intramezzati da trulli e masserie. Da qui si può proseguire lungo la ciclovia in direzione Locorotondo oppure seguire uno dei tratturi laterali per visitare le antiche contrade di Cocolicchio e San Marco, quest’ultima di origine medievale, o il villaggio di Iannellacaratterizzato da un bellisimo e tipico iazzile circolare circondato da trulli antichi.

Il paesaggio diventa particolarmente suggestivo nelle Contrade Cupa, Lamie Affascinate e Marziolla, disseminato di trulli molto antichi di varie forme e funzioni. In Contrada Marziolla si conserva il trullo più antico della Valle d’Itria che reca inciso sull’architrave la data di costruzione: 1559.

Riprendendo la ciclovia dell’acquedoto si oltrepassa Locorotondo in direzione Cisterninoattraversando la Contrada Figazzano e un breve tratto nel territorio comunale di Martina Franca. Proseguendo si costeggia l’Ashram Bhole Baba, dove si avverte un’atmosfera mistica di pace e meditazione. Si continua fino a Contrada Galante, dove si attraversa un ponte panoramico, per giungere nella pittoresca Contrada Pascorosa, dov’è nato un’altro centro spirituale, quello di Sai Baba a confermare la vocazione della Valle d’Itria alla meditazione e all’evocazione della forza di Madre Natura che nella bellezza del paesaggio mostra il suo volto più avvenente. Ci si addentra poi nella campagna del territorio di Ceglie Messapica, giungendo a Montedoro, nei pressi della omonima masseria, da questo punto in poi il percorso si immerge in una natura più fitta fino a Pineta Ulmo, un parco naturale ideale per la sosta e il picnic.

Un recente stanziamento di milione 300mila euro permetterà di estendere il percorso ciclabile tra Pineta Ulmo e Villa Castelli completando la tratta di circa 8 chilometri attualmente percorribile solo in mountain bike per i ciclisti più esperti. Sono previsti ulteriori lavori per il completamento della tratta Villa Castelli – Grottaglie che però risultano ancora bloccati.

Altri itinerari

Chiesetta vicino al mare vicino monopoli percorso in bicicletta

La Valle d’Itria e i dintorni offrono agli amanti della bicicletta percorsi adatti a tutte le possibilità: dai ripidi sentieri che si inerpicano sui Monti di Cisternino a quelli pianeggianti più prossimi al mare. Oltre alla scoperta fai da te, consigliamo ai visitatori e anche agli abitanti del circondario di aggregarsi ai tour organizzati che offrono i paesaggi più interessanti attraverso sentieri spesso sconosciuti. I tour organizzati sono un’ottima occasione per condividere con altri un sano contatto con la natura, per scoprire scorci inimmaginabili e approfondire le nostre tradizioni che sovente vengono raccontate da guide appassionate e preparate.

La via dell’acquedotto Pugliese, qualche curiosità

I lavori di realizzazione dell’Acquedotto furono avviati nel 1905 quando si cominciò scavare il canale della condotta che avrebbe portato fino in Puglia le acque del fiume Sele attraversando parte della Campania e la Basilicata. La condotta idrica giunse a Villa Castelli, dieci anni più tardi e nel 1939 a Santa Maria di Leuca, dove il tratto terminale venne lasciato libero di sfociare in mare con una cascata monumentale. L’acquedotto consentì ai Pugliesi di poter usufruire dell’acqua corrente anche nelle piazze e nelle contrade di campagna che vennero dotate delle tipiche fontanelle in ghisa di pubblica utilità.

Negli ultimi anni quell’importante infrastruttura idrica di circa 500km è diventata, in superficie, una delle più lunghe piste ciclabili d’Italia. Immersa nel verde, accoglie, soprattutto nelle belle giornate ciclisti, runners e camminatori che possono usufruire di 230 km di percorso ciclabile lontani dal traffico.

Il mare di Ostuni: le meravigliose calette di Torre Pozzella

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La località Torre Pozzella è una delle aree costiere più belle ed incontaminate del territorio di Ostuni, una costa selvaggia e frastagliata ricoperta da una fitta macchia mediterrane caraterizzata da cinque splendide calette di sabbia disegnate nella scogliera rocciosa. Domina l’area una torre di avvistamanto del periodo aragonese.

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Per raggiungere Torre Pozzella:

Dalla superstrada Bari-Brindisi uscita Ostuni-Torre Pozzella, seguire l’indicazione Torre Pozzella. C’è un ampio parcheggio a pochi metri dalla prima caletta. Si può proseguire a piedi o in macchia fino all’ultima delle cinque calette. Attenzione perchè la stretta stradina sterrata che si apre tra i cespugli di macchia mediterranea presenta avvallamenti e rocce affioranti: è consigliabile procere con molta attenzione a passo d’uomo.


Martina Franca, le celebrazioni in onore dei Santi Patroni: San Martino e Santa Comasia

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Si celebrano in Luglio i Santi Patroni di Martina Franca: San Martino e  Santa Comasia. Come tradizione vuole le celebrazioni si aprono nel pomeriggio di Sabato, il Sabato di San Martino,  con l’Offerta dei Ceri.

Fanno da contorno alla festa le attrazioni di sempre: le luminarie, il Luna Park e le immancabili bancarelle e la banda musicale. Il  solenne rituale si ripete annualemente con  grande partecipazione della comunità martinese e dei turisti incuriositi ed affascinati dalla festa, espressione della immutata devozione dei martinesi ai suoi Santi Patroni.

Il momento saliente delle celebrazioni  è  la processione della Domenica in cui  vengono portate a spalla per le vie del centro di Martina Franca le Statue d’argento di San Martino e Santa Comasia. La processione, seguita con molto coinvolgimento da parte di migliaia di persone, parte dal sagrato della Basilica di San Martino ed attraversa Via Garibaldi, Via Umberto 1°, Via Pergolesi, Via Donizetti, Piazza M. Pagano, Via Rossini, Via Mercadante, Via Paisiello, Corso Italia, Piazza XX Settembre, Piazza Roma e Corso Vittorio Emanuele, per terminare nella Piazza Plebiscito, antistante la Basilica.  

Non manca il concerto bandistico suonato nella caratteristica cassa armonica che viene montata nella piazza centrale di Martina, piazza XX Settembre

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I fuochi di artificio in onore di San Martino, 2022

Le festività si concludono con lo spettacolo pirotecnico che inizia attorno alle 23.30. Sono ben visibili da Vaile Alcide de Gasperi e da tutta la circonvallazione e le strade che si affacciano sulla Valle D’Itria.

IL FESTIVAL INTERNAZIONALE BANDE MUSICALI “VALLE D’ITRIA”

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Dal 20 al 23 luglio 2023 a Cisternino

Cisternino si prepara ad ospitare la venticinquesima edizione del Festival delle Bande Musicali Valle d’Itria che quest’anno promette grandi sorprese, a cominciare dagli ospiti nazionali e internazionali e dal format rivisto per far vivere ogni angolo del borgo e le suggestive balconate sulla Valle d’Itria. Il festival, che si svolgerà dal 20 al 23 luglio 2023 a Cisternino, ha in programma anche iniziative di arte, gastronomia, DJ-Set, street-parade e altre sorprese.

Alla guida del Festival si conferma l’Associazione Musicale Città di Cisternino APS, titolare dell’Orchestra di Fiati “Vitino Zizzi”, con la Direzione Artistica curata dal Maestro Donato Semeraro, docente, cornista e compositore di grande prestigio. L’evento è patrocinato dal Comune di Cisternino, dalla Regione Puglia e dall’Anbima Puglia.

“Il Festival mira a valorizzare le tradizioni dei suoni, dei sapori e delle immagini ereditate attraverso i secoli, – evidenzia il Presidente dell’Associazione, Claudio Siliberti – rivivendole all’interno dell’affascinante centro storico di Cisternino”. Le bellezze paesaggistiche e culturali di Cisternino saranno, infatti, la scenografia d’eccezione dell’intero evento.

Il Festival, nel corso degli anni, è diventato un appuntamento unico per le bande musicali di Europa grazie ad una fitta rete di collaborazione con i più importanti festival europei per bande musicali. Il festival ha anche l’intento di promuovere lo scambio culturale e le bellezze artistiche e paesaggistiche della Valle d’Itria e della Puglia attraverso dei veri e propri tour organizzati. L’ente promotore ed organizzatore dell’evento è fin dalla sua fondazione l’Orchestra di Fiati di Cisternino in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Cisternino e la Regione Puglia.

EDIZIONI PASSATE

L’ Edizione 2019 del FESTIVAL  delle BANDE MUSICALI

L’edizione del 2019 ha presentato ospiti di altissimo livello: la banda della municipalità di Lleida (Spagna), il ritorno dell’orchestra e majorettes della città di Rybnik (Polonia), la Kleintje Pils band di Sassenheim (Olanda) che promette di dare tanto spettacolo e divertimento, il Complesso Bandistico “Amici della Musica” di Nicolosi (Catania), i timpanisti della vicina città di Fasano e ovviamente i ragazzi della banda dell’Istituto Comprensivo di Cisternino e i musicisti padroni di casa dell’Orchestra di Fiati Città di Cisternino.

INFO: Associazione Musicale “Città di Cisternino” via Fiume 46/a, 72014 Cisternino (BR) – Tel/fax 0039 080 4441088 – mobile 3287417881 

Comune di Martina Franca
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