Martina Franca

Martina Franca, centro culturale della Valle d’Itria

Martina Franca rappresenta il cuore culturale della Valle d’Itria distinguendosi per iniziative legate all’Arte e alla musica classica che trovano la loro massima espressione nel Festival della Valle d’Itria e nell’ Accademia del Belcanto Rodolfo Celletti. Il seicentesco Palazzo Ducale  che conserva nelle sue sale un prezioso patrimonio pittorico, degno di un’attenta visita, domina imponente la piazza più importante, che all’inizio del secolo scorso era dedicata agli scambi commerciali delle lane e dei capi spalla che diedero vita ad alla fervente attività legata all’industria delle confezioni di capi d’abbigliamento, tramandata fino ai nostri giorni con le produzioni di avanguardia di marchi importanti.

La Leggenda di S. Martino, Patrono di Martina Franca
arco san martino

L’arco di accesso principale al centro storico è dedicato a San Martino, il Patrono di Martina Franca, raffigurato a cavallo in ricordo del miracolo che si narra avvenne il 16 giugno 1529. A quei tempi il Regno di Napoli era rivendicato dalla corona francese che aveva assoldato per lo scopo temibili soldati mercenari di origine balcanica, detti Cappelletti, che dopo il saccheggio di Monopoli e Noci si diressero verso Martina, intenzionati ad espugnarla. Dopo diversi giorni di assedio, quando il popolo era ormai stremato, l’arciprete Don Bernardo Angelini, invocò l’aiuto del Santo patrono riponendo le chiavi delle porte della città nelle mani della statua collocata sull’altare maggiore dell’omonima Chiesa. La leggenda narra che miracolosamente sulle mura della città comparve una numerosa cavalleria con armi e vesti bianche comandata dal Santo  accorso per salvare la sua città. I Cappelletti terrorizzati scapparono via e Martina fu salva!

Cosa vedere a Martina Franca

  • Il piano Nobile del Palazzo Ducale di Martina Franca, con gli splenditi affreschi del pittore Domenico Carella, al piano nobile nelle stanze del Mito, dell’Arcadia e della Bibbia
  • La Basilica di San Martino dall’imponente facciata barocca e l’adiacente Piazza Maria Immacolata
  • L’ex Convento delle Agostiniane e l’attigua Chiesa di  Santa Maria della Misericordia
  • Il Lazzaretto  che nel Settecento accoglieva a Martina Franca i malati di peste e fungenva da orfanotrofio
  • La Chiesa barocca di S. Domenico  e l’attiguo Chiostro
  • Piazza Maria immacolata
  • La Chiesetta di San Nicola in Montedoro
  • La Chiesa di S. Vito
  • LA Chiesa di Monte Purgatorio
  • Chiesa di San Giovanni
  • L’Arco di Santo Stefano
  • Chiesa di S. Antonio
  • Il “Ringo”

Il Centro Storico di Martina Franca

Il centro storico di Martina Franca è piuttosto ampio. Per evitare di perdersi nel labirinto delle fitte stradine abbiamo creato un percorso circolare che passa per i luoghi e gli edifici più interessanti dal punto di vista storico, artistico ed architettonico. Partendo da Piazza Maria Immacolata ci si addentra nel cuore del borgo antico, un’oasi di tranquillità in cui il tempo sembra essersi fermato. In ogni viuzza e ogni piazzetta si scoprono angoli di rara bellezza; si passeggia con lo sguardo rivolto in alto alla ricerca di un rosone, di un dettaglio da fotografare o da osservare. A questo link potete trovare il percorso consigliato da Quivalleditria >>

Alcune foto del centro storico di Martina Franca
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La storia di Martina Franca

Numerosi reperti archeologici attestano significative tracce della presenza antropica già nel periodo preistorico, quando piccole comunità di cacciatori e/o di pastori. L’analisi di fonti storiche e ricognizioni di superficie, hanno identificato piccoli insediamenti sparsi nell’agro dall’VIII secolo a.C. al X d.C. i L’attuale area di Masseria Badessa Vecchia, è l’unica zona che è stata interessata da saggi archeologici stratigrafici, condotti dalla Soprintendenza Archeologica di Taranto attestando una frequentazione continua del sito dall’Età del Bronzo sino all’Alto Medioevo, in posizione rilevante rispetto all’ipotetico tracciato della via istmica che portava da Taranto a Egnazia.

Il documento più antico che attesta la presenza di un centro abitato nel periodo Medioevale è l’Instrumentum executionis mandati regii del 15 luglio 1260: un atto di rogito in cui si fa riferimento al Castrum Martinae, ricadente quasi interamente in territorio di Monopoli, e corrispondente alla porzione più antica dell’attuale centro storico, ossia i rioni MontedoroCurdunnidde; la stessa denominazione dialettale curdunnidde deriverebbe dal latino castrum vetus, ovvero il vecchio rione abitato contrapposto al castrum novum, dove sorgeva un torrione eretto nel 1388 da Raimondello del Balzo Orsini, futuro principe di Taranto, poi abbattuto nel 1668 per far posto al Palazzo Ducale, il cui spiazzo antistante era indicato come Sope u Castidde.

Il centro abitato esisteva già quando nell’ agosto 1310 il principe di Taranto Filippo I d’Angiò (1294-1331) emanò il privilegio con il quale riconobbe istituzionalmente nel proprio Stato feudale della Puglia centro-meridionale il Casale della Franca Martina, equidistante dall’Adriatico e dallo Ionio, assicurando agli stessi abitanti che non sarebbero mai stati obbligati a pagare agli esattori delle terre di Ostuni, di Mottola e di Massafra i diritti della fida per il pascolo e per abbeverare il loro bestiame nei territori demaniali di quelle città. Fu cossì che il casale si popolò di genti diverse, attratte dalla gratuità dei pascoli, situazione attestata da un’azione giudiziaria intentata nel 1315 dall’Università di Monopoli per l’abusiva occupazione del proprio territorio da parte dei martinesi.

Questo fenomeno indusse Filippo I d’Angiò a concedere agli abitanti di Martina un terzo e più importante privilegio, assegnando il 15 gennaio 1317 un territorio circolare intorno al centro urbano di due miglia circum circa (Km 3,7) ed esteso 4.278 ettari, detto distretto, che per un quarto venne sottratto al territorio di Monopoli e per il rimanente a quello di Ostuni e di Taranto. Nell’area, concessa in allodio (proprietà privata), qualsiasi martinesi, residente nel Casale, veniva autorizzato a costruire abitazioni rurali, a piantare vigne, a realizzare orti (giardini), a scavare cisterne e a tracciare strade interpoderali, senza essere soggetti all’imposizione di tasse di natura feudale. Un’ulteriore concessione, infine, venne accordata dal principe di Taranto Roberto d’Angiò (1343-1364) con privilegio del 15 aprile 1359, con il quale i martinesi ottennero un vastissimo territorio, sottratto ai demani di Taranto, di Monopoli, di Ostuni, di Mottola e di Ceglie, giuridicamente assegnato in piena e libera disponibilità al feudatario Pietro di Tocco (1352-1364) e a tutti i cittadini. Il territorio di Martina, quindi, passò dai 43 chilometri quadrati del distretto a circa 450, anche se dopo poco tempo, venne decurtato e ridotto alle dimensioni attuali, circa 300 chilometri quadrati.

L’insediamento conservò il toponimo fino al 1374, anno in cui venne ricordato come terra di Martina, ossia un centro urbano delimitato da una cinta muraria con torri e con quattro porte, circondata da ampi fossati antemurali. Per quasi cinque secoli la città venne sempre indicata come Martina in tutti i documenti che la riguardavano, compresi quelli dell’Università (Comune) e quelli dei vari signori che la tennero in feudo ma compiuta l’unità nazionale, con regio decreto del 14 febbraio 1864, il Comune di Martina fu autorizzato ad assumere la denominazione di Martina Franca per distinguerlo da un omonimo paese ligure, che venne per questo denominato Martina Olba e, poi, Urbe nel 1929.

Il 3 gennaio 1507 Martina fu assegnata in feudo, per la prima volta con il titolo di ducato, a Petracone III Caracciolo, conte di Buccino, e i suoi discendenti l’ebbero come ducato ininterrottamente fino all’eversione della feudalità (1806). A partire dalla seconda metà del XVII secolo la storia politica e sociale di Martina s’intreccia, dunque, con le vicende della famiglia dei Caracciolo del Leone, determinando, così, una trasformazione culturale e urbanistica: nel 1668, come s’è detto, Petracone V fece radere al suolo il citato castello-torrione feudale, orami fatiscente, per erigervi il monumentale Palazzo Ducale, espressione tangibile del potere feudale sulla città.

Fonti bibliografiche

D. BLASI, Martina e i principi angioini di Taranto, in W. TRONO, 1310-1359 – I primi anni di Martina angioina, Matelica, 2010, pp. 73-108 | Riflessioni-Umanesimo della Pietra, Martina Franca, luglio 1978-2017 | Umanesimo della Pietra – Città & Cittadini, Martina Franca, dicembre 1996-2017

Altre foto del Centro storico di Martina Franca