Il trullo, testimonial dello stile “Valle d’Itria”

L’etimologia della parola e origine dei trulli

Il termine “trullo” ci riporta all’origine greca del suo etimo ovvero “cupola”. Tale parola, ampiamente studiata, la troviamo anche in una descrizione medievale del Tempio di Mercurio, situato nei Campi Flegrei, che veniva descritta come “una sala circolare con volta a truglio”. Il “trullo”, popolarmente chiamato “truddhu”, ci fa risalire anche al nome greco-classico “tholoi” con il quale si indicava una cupola posta su di una tomba come quella detta Tesoro di Atreo, situata nei pressi della Rocca di Micene del 1500 A.C. Nell’VIII sec. Paolo Diacono riporta il vocabolo latino “trullus” riferendosi al termine greco-bizantino “torullo” con cui si indicava il vestibolo a cupola del Palazzo Imperiale di Costantinopoli dove nel 692 si tenne il Concilio cosi detto “trullano”. Infine con il termine latino “turris” con le sue varianti “turulla”, “trulla”, “trullum” si indicava una piccola torre a forma di cono.

Nati originariamente per custodire gli attrezzi agricoli, i trulli, assunsero in seguito la funzione di struttura abitativa.  Non si può escludere che il trullo abbia origini autoctone, anche se molti studiosi sottolineano la similitudine della forma conica al Tholos, tipica costruzione greca del periodo miceneo (1500 a.C.), ipotizzando quindi la sua provenienza ellenica.

Un rinvenimento avvenuto, pochi decenni fa, di una pergamena datata 16 maggio 1381 e conservata nell’Archivio-Biblioteca del Capitolo Cattedrale di Altamura porta la data della presenza del trullo nella seconda metà del XIV° sec. Un prete di nome Giovanni Prestus dona al Capitolo della chiesa di S.Maria un terreno con orto dotato di una cisterna e un trullo “et trullo uno lapidibus fabricatum”.

Il trullo,, schizzo dell'arch. Bradascio
Studio al vero di un trullo, arch. Bradascio

Qualunque sia l’origine, è piuttosto singolare constatare che l’originalissima costruzione, senza eguali in Italia e nel mondo, rimanga confinata ad un’area piuttosto circoscritta corrispondente al lembo meridionale dell’altopiano murgese. Anche questo rimane abbastanza inspiegabile, quasi a significare che quella tipologia costruttiva di forma conica sia stata accettata  solo da una ristretta comunità che la utilizzava per svariate esigenze, da quella abitativa al ricovero degli attrezzi agricoli, della biada e come palmento. Nelle aree confinanti questo tipo di costruzione, ritenuto valido e versatile  dagli abitanti della Valle d’Itria, di fatto non ha attecchito.

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Trullo

E anche per questo motivo che il trullo simboleggia un modo di concepire il vivere rurale, la campagna e gli spazi in modo originale e secondo una visione singolare, uno stile Valle d’Itria, che intendeva appunto gli spazi abitativi e lavorativi versatili ed intercambiabili, a dimostrare anche grande flessibilità ed apertura mentale.

Una delle caratteristiche del trullo è quello di avere una buona capacità di coibentazione. Sia i possenti muri che costituiscono la base, sia il cono di copertura sono innalzati a secco, senza leganti, così che tra una pietra e l’altra rimangono vuoti gli spazi intersiziali formando una camera d’aria capace di mitigare gli sbalzi di temperatura.

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I Trulli