I trulli costituiscono una testimonianza importante della nostra civiltà, forse la più importante. La forma del trullo racchiude nella sua originalità la storia di una terra povera, povera di risorse, povera di acqua, che ha dovuto ingegnarsi per trasformare in ricchezza qualsiasi cosa fosse stata messa a disposizione dalla natura.
Il trullo è l’emblema della civiltà contadina delle Murge meridionali e della sua evoluzione; nella sua forma racchiude una visione originalissima e unica del vivere rurale e dell’organizzazione degli spazi abitativi e lavorativi, concepiti come versatili ed intercambiabili. E’ singolare constatare che l’originalissima costruzione, senza eguali in Italia e nel mondo, sia rimasta confinata ad un territorio piuttosto circoscritto corrispondente al lembo meridionale dell’altopiano murgese, come se la sua funzione sia stata accettata solo da una ristretta comunità, che l’ha adottata come proprio emblema e ne ha sposato lo spirito e la singolare interpretazione degli spazi.
Le origini di questa costruzione sono ancora piuttosto nebulose: non si può affermare con certezza che il trullo abbia origini autoctone, nè si può escludere, come ipotizzano alcuni studiosi, che la similitudine con la forma conica del Tholos, tipica costruzione greca del periodo miceneo (1500 a.C.), sia la riprova della sua provenienza ellenica.
Conoscere quale sia l’origine del trullo e come si sia diffuso territorialmente è importantissimo per comprendere le fondamenta del nostro passato e per dare ulteriori risposte in merito all’evoluzione della nostra civiltà contadina e del suo sviluppo socio-economico. Ma allora dov’è che è stato costruito il primo trullo? Dov’è localizzato quell’ “epicentro” che ha visto nascere il primo gruppo di trulli? Una risposta in tal senso oltre a definire una volta per tutte quale sia l’origine dei trulli, spiegherebbe come si siano diffusi nel circondario ricostruendo le importanti dinamiche delle interrelazioni sociali ed economiche che hanno contraddistinto la civiltà rurale in Valle d’Itria nel XV-XVI secolo.
Ad oggi sappiamo che il trullo ritenuto il più antico è in Contrada Marziolla di Locorotondo; sull’architrave è incisa la presunta data di costruzione ovvero il 1559. È in questa contrada che furono costruiti i primi trulli e da lì si sono poi diffusi alle zone limitrofe?
Appassionati del territorio dei trulli, quali siamo, noi di Quivalleditria.it abbiamo avuto occasione di parlarne al Professor Mastronuzzi, Direttore del dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università degli Studi di Bari, per verificare se ci fosse un metodo scientifico utile ad individuare “l’epicentro” che ha dato origine ai primi trulli, ovvero a definire in quale contrada, in quale sito, siano stati costruiti i primi esemplari.
Il Professor Mastronuzzi, che ha mostrato interesse e disponibilità ad approfondire la tematica in questione, si è mostrato possibilista sull’eventualità di dar corso ad un progetto di ricerca universitaria. Molto concretamente, il Direttore, non escludendo di poter coinvolgere il proprio dipartimento, ci ha messo in contatto con il Professor Rocco Laviano coordinatore del Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dello stesso dipartimento, per ipotizzare un vero e proprio progetto di ricerca finalizzato a datare scientificamente la costruzione degli esemplari più antichi e tracciare un quadro preciso in merito alla loro evoluzione nel territorio. Il professore Laviano, anche egli dimostratosi entusiasta ed ottimista, ha ipotizzato la formazione di un gruppo di studio allargato ad altri dipartimenti universitari.
Nei giorni successivi ai primi contatti con grande disponibilità ed immediatezza il professor Mastronuzzi ha incontrato il Professor Piero Marinò di Martina Franca, storico dell’arte e profondo conoscitore del territorio dei trulli, per una prima verifica in situ degli elementi idonei a fornire indicazioni sulla data di costruzione del trullo. Da una prima analisi sembra che il metodo del carbonio 14 applicato agli elementi lignei strutturali e agli intonaci potrebbe dare una delle indicazioni più inequivocabili in merito alla datazione dell’epoca di costruzione; non è escluso che a questo metodo se ne possano affiancare altri per confermare in modo inequivocabile il risultato.
Da parte del dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università degli Studi di Bari ci sarebbe una buona parte delle competenze a la capacità per poter affrontare una simile ricerca. Inoltre nella Cittadella della Ricerca di Brindisi c’è un noto laboratorio tra i più avanzati d’Europa che consentirebbe di datare con grande precisione l’epoca di costruzione dei trulli più antichi: si tratta del CEDAD-Centro di Fisica Applicata, Datazione e Diagnostica del Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università del Salento diretto dal prof. Lucio Calcagnile.
Insomma, esistono tutti gli elementi per poter dare vita ad un ampio progetto che coinvolga le massime autorità scientifiche, e storico-artistiche della nostra Regione. Verosimilmente si tratterebbe di un progetto piuttosto oneroso e complesso e pertanto ci sarebbe necessità di fondi adeguati. Noi di quivalleditria.it abbiamo dato disponibilità per ricercare sponsor privati che vogliano sposare la causa di questa ricerca; parallelamente potrebbero essere tentate le strade più istituzionali per poter intercettare i fondi messi a disposizione da enti pubblici, Regione e Comunità Europea.
ll CEDAD si è reso immediatamente disponibile ad effettuare a proprie spese la datazione di un primo campione che verrà prelevato da uno dei trulli considerati tra i più antichi della Valle d’Itria.
Vi terremo aggiornati sulle evoluzioni di questa iniziativa.